Capricciosa (25 novembre)

Premessa: Questo racconto breve è chiuso in un quaderno da un po’. Dopo qualche revisione ho deciso di pubblicarlo oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con l’augurio che nel mondo ci siano sempre meno scatole di pizza capricciosa e più Doris.
Buona lettura!


La scatola della pizza capricciosa surgelata è sul nastro della cassa, da sola, in attesa che la cassiera termini di servire il cliente prima di me. Per fortuna quella ragazza magra mi ha ceduto il suo posto, in questo modo dovrei riuscire a rientrare in tempo. Quella ragazza magra sarei potuta essere io un anno fa. Mi è sempre piaciuto fare la spesa, non mi innervosivo se c’era troppa gente. Esploravo ogni corsia per scovare nuovi prodotti da provare. Ero io quella che faceva passare gli anziani, le donne in carriera sempre di fretta o chi aveva pochi acquisti. Ma evidentemente tutto scorre come il nastro della cassa. A volte troppo lentamente, come ora. 

Finalmente la cassiera saluta il signore, che sembra essere un cliente abituale, e guarda sconcertata il mio unico acquisto, evidentemente anomalo per un sabato mattina presto. Percepisco il suo sguardo interrogativo e abbasso il mio per evitare di fare conversazione. Dalle piastrelle giallognole del discount sbucano i miei piedi, in un paio di ciabatte infradito, decisamente fuori stagione. Almeno quelle la cassiera non le vede, ma la ragazza magra sì. Chissà cosa pensa di me. Io di certo so cosa avrei pensato di lei a parti invertite: che tipo di persona entra in un discount alle otto di sabato mattina, in ciabatte, per comprare una pizza surgelata? 

Le avrei riservato il mio sguardo più sprezzante, con quell’aria di superiorità che tanto mi veniva naturale e avrei proseguito i miei acquisti in tutta calma. Sarebbe stata solo una mosca che aveva disturbato il mio sguardo per un attimo. Ma la vita scorre, come il nastro della cassa.  

La cassiera passa la pizza e prende la banconota che ho appoggiato sulla scatola quando mi sono messa in coda: è tutta questione di organizzazione e ottimizzazione dei tempi. 

Mi sembra di sentire mia mamma, maga degli incastri di tempo e dell’organizzazione mentale e materiale di tutta la famiglia. Cresciuta con poco, dava il giusto valore a tutto, e sapeva come gestire al meglio le questioni pratiche e quotidiane per potersi godere il poco tempo libero.  

Rivedo, con una piccola stretta di nostalgia, il suo quaderno dove riportava le spese mensili di tutta la famiglia e dove registrava se il budget era stato rispettato o meno, e generalmente lo era. 

Era nel suo elemento: numeri, date, unità, più e meno, tutto in ordine, tutto molto semplice. 

“Se sei organizzata, se la tua mente è allenata per cercare e trovare soluzioni, potrai affrontare qualsiasi cosa” mi ripeteva. Era una donna indubbiamente piena di risorse, anche i cassettini della sua memoria erano ordinati, ci potevi trovare di tutto, bastava chiedere. 

Ricordo però che era anche una donna sola, forse perché all’apparenza sembrava perfetta, sempre in ordine e organizzata, un super eroe. Le mamme dei miei compagni di classe non la avvicinavano mai, ne sembravano intimorite. 

D’altronde le vite degli altri sono sempre più belle, la fatica e l’impegno che erano dietro a quell’immagine nessuno li aveva mai visti. Era più semplice dare il proprio giudizio e passare oltre. Come quella oca della parrucchiera in centro: una volta mamma l’aveva sentita fare la sua imitazione ed era tornata in auto rossa per la rabbia, o la vergogna, o entrambe. 

Con il passare degli anni, la capacità di ragionare velocemente, per lei innata, era diventata anche una mia caratteristica. Nel presente, è l’unica cosa che mi salva, anche se stamattina ho fatto un passo falso. 

Adesso però sono da poco passate le otto, se la cassiera, che non è di certo organizzata come me, si sbriga a darmi in resto ce la posso fare. Afferro le monete e lo scontrino con impazienza e senza salutare corro verso il parcheggio. Ha iniziato a piovigginare, ora sono decisamente fuori luogo con le infradito ma non importa, l’importante è arrivare a casa in tempo con la pizza in modo che lui non si arrabbi. 

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