Quel maledetto Vronskij

Quel maledetto Vronskij
Quel maledetto Vronskij di Claudio Piersanti
Rizzoli
240 pagine

Con Quel maledetto Vronskij di Claudio Piersanti concludo la serie di letture dedicate ai candidati al Premio Strega di quest’anno (trovate tutti gli altri qui). Che dire? Avrei voluto leggerlo prima!

Ho letto qualche commento non troppo entusiasta su questo romanzo e francamente non ne capisco il motivo. Ciò che ho trovato io tra le 240 pagine che lo compongono, è una storia come tante ma anche unica nel suo genere, che ha il grande pregio di essere stata raccontata da una penna esperta.

Incipit

Non si piaceva, non si era mai piaciuto, neanche da ragazzo, e forse per questo già allora cercava di vestirsi con cura, da uomo, non come i suoi coetanei che accanto a lui sembravano fratelli minori.

Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij

Giovanni, uomo di mezza età, vive apparentemente tranquillo con la moglie Giulia. Lui sorride sempre, e un po’ si odia per questo; la sua vita in realtà è piena di crepe e piccoli dispiaceri sotterrati dalla quotidianità. Succede però che un giorno Giulia decida di rompere gli equilibri andandosene di casa, lasciando semplicemente un biglietto. A Giovanni (e al lettore) non è dato sapere il motivo di questo gesto, tanto più che l’uomo non proverà mai a contattare la moglie. Anche quando la donna tornerà a casa Giovanni avrà la pazienza e lo stoicismo giusti per poter ricostruire la vita a due.

Ho empatizzato con i protagonisti solo a sprazzi, spesso mi sono ritrovata a voler scuotere Giovanni, a desiderare una sua reazione forte e scomposta. Il suo personaggio resta invece fedele a se stesso, non si arrabbia e resiste sorridendo, magari a denti stretti, ma sorridendo.

Di Giulia ho capito molto solo procedendo con la lettura; avrei comunque smuovere anche lei ogni tanto e farla uscire dalla sua tana di fiori e piante.

La cosa che più ho apprezzato è la capacità di Piersanti di mostrare senza dire, di far percepire che qualcosa non quadri, di far presagire quando la catastrofe sia dietro l’angolo: fino al finale, anche se un po’ prevedibile, la tensione è alta.

In questo libro procede tutto morbidamente, anche gli argomenti più spinosi come la malattia (fisica e mentale) vengono raccontati con dolcezza. Giovanni e Giulia in un certo modo si evolvono, anche se questo richiede anni, smettono di nascondersi all’altro e iniziano a riconoscere e raccontarsi la paura, l’ansia, i mostri nella testa. Succede tutto così, con naturalezza solo apparente, perché dietro ci vuole tanto impegno e poco orgoglio.

Con altrettanta gentilezza, a pagine 124 non passa inosservato un grande insegnamento: “Cosa c’era di più stupido che cercare di convincere qualcuna a restare con te se vuole lasciarti?” Questo libro è maturo, irrimediabilmente malinconico e allo stesso tempo pieno di vita.

Mi è piaciuto

La famiglia è un covo di preoccupazioni. Loro due si preoccupavano di non preoccupare la Piccola […] Giovanni nascondeva le sue preoccupazioni a Giulia; Giulia era preoccupata per sé e per lui che vedeva preoccupato di nascosto, e naturalmente per la Piccola che si aggirava per il mondo.

Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij

Dove trovarlo

Online lo potete trovare su ibs oppure su Libri da Asporto.

In libreria potete chiedere a La libreria del lago.

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