Balzac e la Piccola Sarta Cinese

Balzac e la piccola sarta cinese
Balzac e la Piccola Sarta Cinese di Dai Sijie
Traduzione di Ena Marchi
Adelphi Edizioni
176 pagine

Ho scoperto questo libro grazie al mio gruppo di lettura e devo dire che ne sono rimasta stupita. Non è esattamente il mio genere preferito ma mi ha incuriosita e invogliata a proseguire la lettura.

L’ambientazione è quella della Cina negli anni della Rivoluzione Culturale (metà anni ’60), durante i quali i figli degli intellettuali, dei borghesi o di chiunque avesse osato criticare Mao Tse Tung venivano mandati a svolgere lavori manuali nei più remoti villaggi del paese, per essere “rieducati” (che altro non significava che svolgere lavori manuali prossimi allo schiavismo in condizioni di vita pessime).

Incipit

Il capo del villaggio, un uomo sui cinquant’anni, era seduto a gambe incrociate al centro della stanza, accanto a un focolare scavato nel terreno in cui bruciava del carbone, e stava esaminando attentamente il mio violino: l’unico oggetto, nel bagaglio dei due «ragazzi di città», quali eravamo considerati Luo e io, da cui sembrava emanare un che di estraneo, un odore di civiltà che insospettiva la gente del posto.

Dai Sijie, Balzac e la Piccola Sarta cinese

Il narratore, senza nome, è protagonista insieme all’amico Luo di avventure a dir poco straordinarie in un villaggio sperduto sulla Montagna di Phoenix.

Grazie alla scoperta di una valigia nascosta e piena di libri occidentali (tra cui Balzac), un violino e la capacità di raccontare storie, i due ragazzi riusciranno a rendere più leggeri i loro anni peggiori.

Penso di poterlo definire un romanzo di formazione, per la scoperta della vita che accompagna non solo i due ragazzi ma anche la Piccola Sarta Cinese, della quale si innamoreranno forse entrambi.

Ma è anche un inno alla cultura, all’apertura, che aiutano a crescere e spingono al cambiamento e al miglioramento personale.

Il grande merito di questo libro è quello di saper raccontare con la leggerezza dei diciott’anni la scoperta della vita, in un periodo storico decisamente crudele e avverso, per me inimmaginabile. Una non troppo velata critica alla riforma che passa in un soffio, forse addirittura troppo veloce.

Mi è piaciuto

Immaginatevi un ragazzotto di diciannove anni, digiuno di esperienze amorose, ancora assopito nel limbo dell’adolescenza, e che non aveva ancora conosciuto altro se non le solite chiacchiere rivoluzionarie circa il patriottismo, il comunismo, l’ideologia e la propaganda. Di punto in bianco, come un intruso, quel piccolo libro mi parlava dell’insorgere del desiderio, della passione, delle pulsioni, dell’amore […]

Dai Sijie, Balzac e la Piccola Sarta cinese

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