La camera azzurra

La camera azzurra di Georges Simenon
La camera azzurra di Georges Simenon
Traduzione di Marina Di Leo
Adelphi Edizioni
153 pagine

La camera azzurra di Georges Simenon è stato il romanzo scelto per il mese di aprile dal gruppo di lettura della mia biblioteca (insieme a L’uomo che guardava passare i treni).

Non conoscevo molto bene l’autore, se non per il Commissario Maigret, e pensavo di trovarmi davanti a un classico giallo (questo, nello specifico, è stato pubblicato per la prima volta nel 1964).

Quello che ho trovato sono stati invece un giusto mix tra giallo e psicologia umana ed un ritmo narrativo pressoché perfetto.

Nell’incontro di ieri sera del gruppo di lettura ci sono stati pareri contrastanti, come sempre, ma abbiamo individuato i grandi argomenti toccati da Simenon in questo breve romanzo: la pazzia, la giustizia (divisa tra verità e la verità processuale) e le difficoltà dei rapporti umani.

Incipit

«Ti ho fatto male?»

«No.»

«Ce l’hai con me?»

«No.»

Georges Simenon, La camera azzurra

In questa storia ci sono un prima e un dopo netti, anche se non è subito chiaro quale sia l’evento di rottura che farà precipitare tutto. Lo si intravede come da dietro una tenda, o in lontananza, ed è proprio la spinta in più che fa procedere con la lettura. (In un certo senso mi ha ricordato il racconto di Stig Dagerman, Uccidere un bambino: due pagine perfettamente devastanti, che pur annunciando già tutto nel titolo è impossibile non leggere. È disponibile online, se vi va di leggerlo).

Tony e Andrée sono amanti ed inizialmente sembra esistere solo la camera azzurra dove si incontrano clandestinamente, unica e totalizzante, come tutte le storie di passione. Poi l’inquadratura si allarga, scoprendo a poco a poco le vite reali dei due protagonisti e il mondo al di fuori di quella camera.

Entrambi sono più o meno felicemente sposati e sicuramente vedono la loro storia in modo molto diverso. Se per Tony è tutto quasi un gioco, per Andrée sembra essere la storia della vita, cosa che la porterà alla follia.

Ne escono due ritratti forse scontati ma non meno precisi. Lui che non da peso alle proprie parole, che non ascolta e non si accorge di ciò che succede, se non quando è troppo tardi. Lei che lo provoca, che in qualche modo comunica, vive di immaginazione ed è disposta a tutto per ottenere ciò che vuole.

C’è anche una terza protagonista, la società, composta dagli abitanti del paese, dal giudice, dall’avvocato e dallo psichiatra che a più riprese interrogano Tony a seguito della morte del marito di Andrée.

Leggere La camera azzurra mi ha dato modo di scavare nella mente umana e di riflettere sulle conseguenze che possono avere le nostre azioni quotidiane, compiute per inerzia o abitudine.

Ho percepito l’età del romanzo solo dalla netta differenza che Tony attribuisce alla figura della moglie e a quella dell’amante, considerando normale cercare il divertimento altrove senza però ritenersi insoddisfatto del proprio matrimonio. Al giorno d’oggi spero che le due figure possano coincidere sempre di più.

Lettura consigliata.

Mi è piaciuto

Come è diversa la vita nel momento in cui la si vive e quando la si analizza a distanza di tempo.

Georges Simenon, La camera azzurra

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