Pista nera

Pista nera Rocco Schiavone
Pista nera di Antonio Manzini
Sellerio Editore
288 pagine

Eccomi arrivata alla fine di questo 2021 con una lettura che è riuscita a farmi dimenticare la delusione di Biglietto blu.

Per concludere l’anno ho letto Pista nera di Antonio Manzini, il primo caso del vicequestore (non commissario, mi raccomando!) Rocco Schiavone.

So che Rocco Schiavone è molto famoso, ma per me era il primo approccio, non ho mai avuto modo nemmeno di vedere la serie tv. In realtà, forse banalmente, prima di tutto mi ha colpita la copertina, poi la trama e infine l’incipit.

Incipit

Gli sciatori se n’erano andati e il sole, appena sparito dietro le cime rocciose grigio azzurre dove s’era impigliata qualche nuvola, colorava la neve di rosa. La luna aspettava il buio per poter illuminare tutta la valle fino al mattino successivo.

Pista nera, Antonio Manzini

Il vicequestore, romano, è costretto a trasferirsi ad Aosta per motivi che verranno poi svelati nel corso della narrazione. Nonostante sia pieno inverno, Rocco non si rassegna al freddo, alla neve e alle montagne ed imperterrito continua ad indossare loden e Clarks, dimostrando di voler vivere a tutti i costi nel passato.

Scontroso, decisamente poco incline al cambiamento, scorretto e arrogante, Rocco Schiavone mi sta antipatico, non lo nego, ma ciò significa che il personaggio è riuscito e ben costruito.

Dopo che sulle piste di Champoluc viene trovato un cadavere, il vicequestore e i suoi dovranno risolvere il caso, che ben presto si rivela essere un omicidio.

L’intreccio avvincente, le avventure extra indagine ed i colpi di scena al momento giusto, mi hanno reso la lettura facile. So che non sarà l’ultimo romanzo di Rocco Schiavone che leggerò, anche perché la Val d’Ayas raccontata è stupenda.

Per essere romano, Antonio Manzini parla della montagna come se ci fosse cresciuto, meraviglioso.

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