Resto qui

Resto qui
Resto qui di Marco Balzano
Einaudi Editore
179 pagine

Se cercate Resto qui di Marco Balzano online troverete tantissimi riscontri; è stato il secondo classificato al Premio Strega 2018, ha vinto il Premio Bagutta nel 2019, finalista al Premio Mario Rigoni Stern.

Ma se guardate al di là dei meritati riconoscimenti, spero troverete quello che ho trovato io: un libro in cui immergersi per uscirne arricchiti.

Con l’espediente di parlare alla figlia, Trina ripercorre la sua vita a Curon; prima ragazzina e poi donna, attraverso le sue parole ho avuto modo di conoscere uno spaccato di storia italiana e di riflettere su diversi temi.

Incipit

Non sai niente di me, eppure sai tanto perché sei mia figlia. L’odore della pelle, il calore del fiato, i nervi tesi, te li ho dati io. Dunque ti parlerò come a chi mi ha visto dentro.

Marco Balzano, Resto qui

Con voce semplice e diretta Trina racconta tutto: gli anni della giovinezza, la famiglia d’origine, le amiche e poi ancora la vita con il marito Erich ed i figli, la guerra, la diga, l’acqua che ricopre tutto.

Sullo sfondo strisciano gli anni del fascismo che sembra non poter arrivare così in alto, tra le montagne dell’Alto Adige, ma che invece si impone sulle abitudini e sulla quotidianità degli abitanti delle valli.

Trina è una maestra, vorrebbe insegnare il tedesco, ma il tedesco non si può più utilizzare. Arrivano maestri da altre parti d’Italia che devono insegnare quella che a tutti gli effetti è una lingua straniera; in risposta a questa imposizione vengono istituite delle scuole serali clandestine.

Io, che ho sempre sostenuto l’importanza di conoscere la propria lingua madre, mi sono ritrovata a parteggiare per Trina e per tutti i suoi piccoli alunni; ho visto nettamente, mentre leggevo, la bellezza di poter essere bilingue contrapposta alla violenza di un’imposizione di uniformazione coatta. Più di recente ho potuto osservare di persona che le radici nei paesi di confine non sono state estirpate e che le nonne parlano ancora ai nipoti in tedesco o ladino.

Arrivano poi gli anni della seconda guerra mondiale e la famiglia di Trina e Erich, come tante altre, si spacca. I vicini iniziano a guardarsi storto, divisi tra chi decide di partire (Hitler aveva promesso terre in Germania alle popolazioni di lingua tedesca) e chi sceglie di restare.

E ancora, i mesi come disertori, l’inverno rigido in quota, spazi stretti da condividere con sconosciuti.

Così come nella vita le cose succedono da un momento all’altro, in questo libro succedono letteralmente da una riga all’altra, senza preavviso e senza troppi giri di parole. Scorrono inevitabili e Trina le affronta come sanno fare le persone pragmatiche, già forgiate dalla vita e dagli eventi: andando avanti.

Anche quando finalmente la guerra finisce, i cittadini di Curon non hanno pace perché la costruzione della diga continua e il paese verrà allagato. Proveranno in tutti i modi a resistere e a opporsi, fino all’inevitabile fine che tutti conosciamo e che è chiaramente esposta in copertina.

In Resto qui i grandi eventi si intrecciano alle storie personali, tutte le vite raccontate sono segnate da un’epoca storica decisamente impervia, come la montagna che per Trina è casa.

Mi è piaciuto

…e tutta questa valle nel tempo sarebbe diventata un crocevia di gente che si sa intendere in più modi e non un punto incerto d’Europa dove tutti si guardano di traverso. Invece l’italiano e il tedesco erano muri che continuavano ad alzarsi. Le lingue erano diventati marchi di razza. I dittatori le avevano trasformate in armi e dichiarazioni di guerra.

Quando vidi casa le gambe presero a correre. Volevo subito spalancare le finestre per fare entrare nelle stanze l’aria che non era più aria di guerra.

Marco Balzano, Resto qui

Dove trovarlo

Online lo potete trovare su ibs oppure su Libri da Asporto.

In libreria potete chiedere a La libreria del lago.

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