Il diritto dei lupi

Il diritto dei lupi
Il diritto dei lupi di Stefano De Bellis e Edgardo Fiorillo
Edito Einaudi
736 pagine

Con Il diritto dei lupi di De Bellis e Fiorillo, autori all’esordio, sono decisamente uscita dalla mia zona di comfort e mi sono ritrovata nell’antica Roma, tra la Suburra e l’Urbe del 80 a.C.

Il rumore dalla cote sul ferro accarezzava i timpani dello sfregiato e lo aiutava a concentrarsi. L’uomo si prendeva cura delle sue siche come un leone dei suoi artigli: assecondava i sobbalzi del carro, facendo scorrere con studiata lentezza la pietra sopra le lame curve, si godeva il momento e intanto ripassava tra sé le cose da fare, organizzandole in una sequenza precisa.

De Bellis e Fiorillo, Il diritto dei lupi

Ho passato più di 700 pagine seguendo il giovane Cicerone, di cui viene restituita un’immagine molto umana, incastrato nella difficile difesa di Sesto Roscio. Il fatto è storicamente accertato ed ha reso famoso Cicerone come oratore.

Cicerone si trova coinvolto suo malgrado in un processo che non vorrebbe affrontare; assoldato dalla influente Cecilia Metella Balearica Maggiore deve difendere Sesto Roscio, ingiustamente accusato di parricidio.

Parallelamente Tito, ex centurione, è alla ricerca di Mezzo Asse, noto lenone, il quale, dopo aver assistito ad un massacro in uno dei suoi bordelli, si è dato alla fuga. In questo suo peregrinare è accompagnato dal giovane Gabello, un po’ Gallo e un po’ Romano, e dall’ex commilitone Astragalo.

I due filoni si incontrano rivelando intrighi e mosse politiche degne di una moderna serie tv (da non escludersi l’effettiva realizzazione di una serie).

Una lettura con un ritmo incalzante ed un lessico che all’inizio destabilizza (cosa sono una sica, una popina e un lupanare?) ma che, a mio avviso, si rivela essere il vero protagonista del romanzo. Questo, unito al mix tra fatti storici e altri di fantasia, mi ha coinvolta completamente, non facendomi sentire il peso delle pagine.

Ho percepito nettamente la passione degli autori, esordienti senza nulla da invidiare ad altri più esperti, per il periodo storico e per questo entra nella classifica dei miei cinque libri preferiti del 2021.

Probabilmente avrei apprezzato di più la Storia se l’avessero spiegata così a scuola.

Mi è piaciuto

– E ricordate una cosa, – lo interruppe Cicerone. – Nessuno, nella Repubblica, nessuno è padrone del proprio destino. Siamo tutti strumenti di qualcuno o di qualcosa. Tutti. Questa è Roma, miei giovani amici.

De Bellis e Fiorillo, Il diritto dei lupi

– Bene, – disse quindi Silla soddisfatto, succhiandosi le dita. – Non esiste cibo al mondo, e ti assicuro che ho assaggiato ogni prelibatezza, che possa sostituire una zuppa di farro calda. Perché nessun cibo al mondo si porta dietro tanti ricordi. Nessun cibo al mondo è più romano di questo.

De Bellis e Fiorillo, Il diritto dei lupi

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