Il treno dei bambini

Il treno dei bambini di Viola Ardone
Einaudi
248 pagine

È solo febbraio ma ho già trovato uno dei libri, oltre a Un bel quartiere, che potrebbe far parte della mia classifica delle migliori letture del 2022. Ho scoperto la penna di Viola Ardone e ne sono stata decisamente conquistata. Il treno dei bambini ha due grandissimi pregi, tra i tanti: racconta una storia poco nota e ha un incipit che cattura, in grado di far immergere il lettore nelle vie di Napoli.

Con linguaggio che si adegua all’età, Amerigo, prima bambino e poi adulto, racconta la storia di tanti come lui che, nel secondo dopoguerra, sono stati trasferiti dal sud al nord Italia, affidati per qualche mese ad altre famiglie in grado di mantenerli ed istruirli.

Incipit

Mia mamma avanti e io appresso. Per dentro ai vicoli dei Quartieri spagnoli mia mamma cammina veloce: ogni passo suo, due miei. Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio.

Viola Ardone, Il treno dei bambini

Lo sguardo di Amerigo è l’altro punto di forza del romanzo: essendo un bambino, per di più cresciuto in povertà, ha una conoscenza limitata del mondo e delle cose. Leggendo si riesce molto ad empatizzare con questo piccolo grande protagonista, anche grazie al linguaggio dialettale utilizzato.

Insieme ad altri bambini, Amerigo intraprende un viaggio in treno verso il nord Italia, che per quanto ne sa potrebbe anche essere la Siberia. Ospitati da alcune famiglie Emiliane per qualche mese, scopriranno tante cose nuove, come ad esempio la mortadella (“prosciutto rosa pieno di macchie”). Impareranno soprattutto che un’altra vita e un altro futuro sono possibili e per questo diventeranno dei bambini a metà, divisi tra le famiglie d’origine e quelle che li hanno curati per qualche tempo.

Viola Ardone fa poi un salto in avanti, quando Amerigo è ormai adulto ed è costretto a tornare a Napoli per la morte della madre, con la quale ha interrotto i rapporti. Nonostante sia stato lontano per molto tempo e abbia vissuto una vita molto diversa da quella della madre, è quasi come se non fosse mai partito.

Filo conduttore tra passato e presente sono i piedi e le scarpe: sempre sbagliate e scomode per Amerigo, un po’ come la sua vita, che forse non gli si è mai adattata del tutto.

Bastano davvero pochi giorni per lasciarsi conquistare da questo libro, che merita decisamente di essere letto.

Mi è piaciuto

I binari di piazza Garibaldi sono ricoperti di macerie e molti treni sono stati distrutti dai bombardamenti. Come i soldati che ho visto una volta alla sfilata, con le bandiere in mano: erano tutti incompleti, chi gli mancava un braccio, chi un piede, chi un occhio. I treni scassati mi sembrano reduci di guerra, sono feriti, ma non ancora morti.

Viola Ardone, Il treno dei bambini

La mia mano, che fino a ora era stata abile solo nel manovrare l’archetto di un violino, può essere uno strumento capace di consolare e dare forza. È un potere così grande che non sono sicuro di saperlo usare.

Viola Ardone, Il treno dei bambini

Share this content:

1 commento

Commento all'articolo

You May Have Missed

Privacy Policy