Senza mai arrivare in cima

Senza mai arrivare in cima, amanti della montagna
Senza mai arrivare in cima di Paolo Cognetti
Edito Einaudi
120 pagine

Se avessi potuto, mi sarei presa un giorno libero solo per leggere Senza mai arrivare in cima di Paolo Cognetti. Magari in una baita in montagna, isolata, sotto un portico in legno, con una coperta e una tisana a scaldarmi.

Che io abbia un debole per Cognetti e per la montagna non è un segreto e questa seconda lettura, dopo Le otto montagne, ne è stata la conferma.

Incipit

Sul finire del 2017, e del mio quarantesimo anno di vita partii con alcuni compagni per la terra di Dolpo, un altipiano nel nord-ovest del Nepal dove avremmo superato passi oltre i cinquemila metri, viaggiando a piedi per circa un mese lungo il confine tibetano.

Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima

Dopo questo incipit e al termine della lettura, è tornata prepotente anche la convinzione che cento pagine siano più che sufficienti a far provare emozioni intense al lettore.

In queste, scritte come un diario, ho potuto accompagnare l’autore nel viaggio sull’Himalaya compiuto in occasione dei suoi quarant’anni.

Con lui, tra gli altri, anche Nicola Magrin, grande amico e illustratore delle copertine dei libri di Cognetti.

Insieme compiono appunto questo grande cammino “senza mai arrivare in cima”. Senza scalare vette ma percorrendo valli e passi, nonostante il mal di montagna che coglie Cognetti sopra i 3000 metri. Solo per la tenacia e la determinazione che lo spingono a mettersi sempre alla prova, ha la mia ammirazione incondizionata.

Leggendo, come sempre ho trovato moltissimi spunti di riflessione: sull’occupazione e la modernizzazione della montagna, sull’amicizia, sui libri e soprattutto sulle differenze di approccio alla vita tra Oriente e Occidente.

Visto l’amore smisurato che provo per la montagna, sono tematiche a me non nuove, ma raccontate come sa fare Cognetti hanno tutto un altro senso.

Insomma, per me una grandissima conferma che entra di diritto nei miei cinque libri preferiti del 2021. Non vedo l’ora che arrivi l’autunno per il nuovo romanzo La felicità del lupo ed il film tratto da Le otto montagne.

Mi è piaciuto

Mi ricordai che invece il più importante pellegrinaggio tibetano consiste nel compiere un giro intorno al monte Kailash, che per quella cultura è sacro. Kora in tibetano, circumambulazione in italiano: i cristiani piantano croci in cima alle montagne, i buddisti tracciano cerchi ai loro piedi. Trovavo della violenza nel primo gesto, della gentilezza nel secondo; un desiderio di conquista contro uno di comprensione.

Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima

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